Mi mancano le ombre
quando il tramonto
le rapisce.
Mi mancano
così vicine tra loro.
Impresse
senza calcolo ,
un’anima nell’altra.
Mi mancano
indifferenti alle forme.
Quel loro idioma
di piccoli angoli
mutevoli.
Mi mancano ,
eleganti nel dolore
e nella vanità,
senza senso,
senza verità.
Malinconie,
come ombre,
impronte della luce
di una felicità perduta.
Bella!
RispondiEliminagrazie nicola , sono contento che piaccia anche a te, sei gentile a scriverlo.ciao
RispondiEliminaMi piace, molto. Mi ricorda un libro di "ombrologia" della Gagliardo. Le ombre nascono dalla luce e per questo illuminano coloro cui sono legate con un filo sottile alla caviglia. Una specie di guro per far scoprire che il tempo senza sostanza è un adesivo micidiale: incolla e ricopre qualsiasi cosa. Fanno luce su quella zona cieca che ognuno di noi ha, ossia quella che gli altri colgono di noi ma che a noi, inevitabilmente e maledettamente, sfugge. Quella zona, cieca, che si fa (se possibile) ancora più scura dentro quello che è il nostro desiderio più ingombrante, ovvero, l'amore.
RispondiEliminaCiao
PuntoG
Sono felice che ti piaccia e ti ringrazio per le belle cose che scrivi. ciao
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