La confusione
degli strumenti.
Pausa momentanea
di allegria.
Alla prova del concerto.
Chiusa la porta
all’improvvisazione.
Vive
la disciplina.
La creazione geniale
per sempre
uguale a se.
La sicurezza
della sintonia
raggiunta.
Il calcolo
dell’equazione dolorosa
che esclude
incertezze.
Di tanti
non rimane nulla.
Che prezzo.
Questo non
è jazz.
Informazioni personali
- silvio
- Chi si appassiona alla parola scritta racconta storie . E' un esploratore dell’animo , del suo per primo e di quelli che gli capitano a tiro. E’ anche uno che non ha paura di sporcarsi le mani a raccogliere cose buttate via in fretta come si fa oggi , perché è passato quell’attimo. Le parole entrano ed escono si trasformano escono ed entrano con significati nuovi ad ogni istante. A me piace occupare tempo in queste cose , cioè mi assumo la responsabilità di quello che leggete qui ,se qualcuno passando condividerà la mia gioia di appassionato sarò davvero contento . Si scrive per la propria necessità e per arrivare al cuore di chi legge , per regalare un momento piccolissimo ma unico , basta una sola volta , e tutto acquista un senso. L’amore c'entra sempre. Grazie se volete lasciare anche una parola , una critica.
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"basta una serie di note.il resto è improvvisazione."-jimi hendrix
RispondiElimina...basta una serie di parole.il resto è...jazz?...sversispersi?...o pensieri volentieri regalati?
Non sono esperto di musica. Mi colpisce come le note si possono combinare . L’anarchia del jazz dove ognuno è protagonista e fratello e i suoni sono reinventati ogni volta . la rigida organizzazione dell’orchestra classica , disciplinata , gerarchizzata ( primo violino …..) . Eppure il risultato è emozione , poesia. Volevo fermare un contrasto , provare s’intende. Per i pensieri regalati volentieri … certo “perché son vivo , finchè son vivo” Lorenzo Cherubini . Ti ringrazio tanto ciao.
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